Monday, June 20, 2005

Caporale Daniel R. Wyatt, 22 anni, morto il 12 Dicembre 2004

I giovani non dovrebbero morire. Ti senti impotente quando perdi un amico, non ti spieghi il perche’ sia toccato proprio a lui e alla fine rinunci e rimani solo con il ricordo e la tristezza. Ma quando una ragione c’e’, quando il motivo e’ chiaro a tutti allora quello che rimane non e’ il ricordo dolce e amaro, ma la rabbia e il senso di ingiustizia subita.
Ho passeggiato per un bel po’ nel cimitero di Arlington a Washington. C’e’ un monumento dedicato alle donne cadute in guerra, al suo interno un’esposizione di ritratti di giovani uomini, figli, mariti e giovani padri, soldati morti in Afghanistan e Iraq.
Silenzio e rispetto e molta commozione. Vero gli americani sono bravi a farti sentire cosi’, a commuovere. Ma stavolta la commozione l’ho prvata davvero ed era sincera. Compassione, nel senso letterle del termine. Una comune sofferenza con chi ha perso, per sempre una persona amata.
C’e da rifletterci a lungo sull’effetto di questi luoghi, dei monumenti, dei cimiteri. Il ricordo, il senso di unione di fronte al dolore sono le uniche cose che danno loro un senso, un grande esenso.

Il domino delle facce Posted by Hello

La stessa sensazione l’ho provata quando ero a Ground zero. E’ di ieri la notizia di un gruppo di familiari e amici delle vittime degli attacchi terroristici dell11 settembre che ha protestato nella zona dove sorgevano le torri gemelle , per l’avvio dei lavori per la costruzione della Freedom Tower.
Sara’ il grattacielo piu’ alto del mondo e sara’ pieno do gente che alvora e fa soldi. Le ragioni delle prteste sono chiare: non si possono fare affari in un luogo dove sono morte migliaia di persone. C’e da rifletterci...ma se fosse davvero cosi’ ogni luogo che sia stato un campo di battaglia non dovrebbe essere profanoto con il vile denaro. Tutta l’america, o buona parte allora dovrebbe smettere di lavorare. E che dire dell’Italia o della zona iperproduttiva al confine tra Francia e Gemrania zona contesa nell storia e luogo di molte battaglie o guerre? U luogo e’ sacro sopratutto per il valore che noi gli dimoa non per quanto e’ grande e per cosa ha vicino. Per questo credo che potranno essere soddisfatti sia la memoreia dei caduti dell’11 settembre sia la voglia di rivalsa di chi vuole una nuova altissima e bellissima torre.

Le luci erano accese. Posted by Hello

Eccola la la Casa Bianca, il potere rinchiuso dietro un bellissimo giardino, con tanto di fontane zampillanti e, fuori dai cancelli, un grande prato con ragazzi che giocano a calcio a frisbee a baseball.
Passeggiando per Capitol Hill la sensazione che ho provato era quella di essere al centro di un cantiere. Lavori, ristrutturazioni, ripulitura di strade, giardini. In realta’ questa e’ una sensazione che qui in America ho avuto subito fin dal quando ho messo piede e NYC, ma a Washington il senso di costruito, di ripulito, di sistemato e’ stato molto piu’ forte. In poche parole qui la facciata conta tantissimo e purche’ la facciata rimanga pulita si lavora sempre.


Posted by HelloSquilla il telefono e Joan non lo trova...

Per fotuna ci ha pensato Joan a tenere alto il mio umore come al solito tendente al molinconico. Eravmo davanti al cancello principale della casa bianca quando il suo telefono ha cominciato a squillare. Cerca cerca cerca, nella borsa non c'era, ma lo squillo si', quello c'era.... Il fatto e' che quando si esce per viaggi piu' lunghi di una semplice passeggiata intorno all'isolato, Joan si porta dietro un paio di calzini, per la pioggia, non si sa mai... ecco dov'era il telefono...

Una guida... sportiva!

Questi siamo noi durante il viaggio, ancora eravamo in New Jersey. Non sapevo cosa mi aspettava quando sono salito in macchina con Joan. Basta solo poco per capire come guida. Mentre era li' a raccontare quanto era bello quando in Nuova Zelanda, nella fattoria di suo nonno tutto il gruppo dei ragazzini, tra cui lei e i suo fratelli, andavano in giro a cavallo saltando la staccionata, non so cosa deve esserle passato per la testa ma e' passata attraverso le barriere della autostrada senza fermarsi. Qua non ci sono le barre. Se passi dove non puoi, ti fanno la foto e ti arriva la multa a casa. Dopo pochi metri essendosi accorta che aveva sbagliato passaggio ha semplicemnte tirato le redini... ehm, cioe' volevo dire, frenato, svoltato con una bellissima e rotondissima inversione e U ha attraversato contromano la barriera dell'autostrada, ha fatto un'altra bella inversioen a U e alla fine e' andata a pagare dalla casellante, la quale con gli occhi completamente spalancati le ha detto: "I've never seen anything like that in my whole life!!!". A quel puinto ho capito che prima o poi le avrei chiesto di lasciarmi guidare e cosi' fu.


Friday, June 10, 2005

IPOD MANIA

eccolo :-) Posted by Hello
Innanzi tutto chiedo scusa a tutti i miei affezionati lettori. Ero partito bene lo so. Poi la stanchezza del lavoro (che non è in sé stressante ma impone orari difficili), mi ha allontanato dalla tastiera dal mio pc. Ho accumulato molte foto però e ho un sacco di cose da farvi vedere e e molte da raccontare
Oggi è sabato. Avevo fatto molti progetti per il fine settimana: mare, incontare amici, la famosa corsetta a Central Park con musica nelle orecchie ecc.. eppure nessuno di questi progetti è realizzabile. Piove. E grazie al cielo che piove. Non se ne poteva più. Un caldo umido insopportabile. Ti passi la mano sulla fronte e ti rimane appiccicato lo sporco di una intera città. Chi tra quelli che mi leggono abita amicano potrà capire abbastanza bene di cosa parlo.
Come ho già avuto modo di raccontare la padrona di casa è una tipa strana. Una che lavorava alle Nazioni Unite come guida ma che pare sapere tutto su come funziona quel posto, lo odia e lo ama, le ricorda la gioventù, quando “tutti lottavano per cambiare il mondo”. Lei ha mille amiche sparse per il palazzo e per NY, una l’ho conosciuta si chiama Eva. Dice che ha adorato Ascoli Piceno una volta che è venuta in Italia. Quando Joan me l’ha presentata eravamo in giro per la città in cerca di un IPod … adesso ci arriviamo. Ha una figlia un po’ viziata che non fa che chiederle soldi…. Ha 35 anni mamma, niente di paragonabile a me…per ora :-)
Joan ha sempre la frase giusta da dire. Molto americana in questo. “Qui in America puoi fare quello che vuoi, basta che ti impegni”, “cosa fai al computer? Un bel ragazzo come te dovrebbe stare tutto il giorno in giro…per locali bar e discoteche ecc ecc..” .
Beh sabato mattina della scorsa settimana sento bussare alla porta della mia stanza. Era lei. “it’s time to go shopping. New York’s waiting for us!!”. E io: “really??, so early?”. È stata una gran giornata.
Tutto è iniziato dal mio ipod. La ragazza ha qualcosa in più di 60 anni, ma ha una passione per tutto ciò che è veloce , nuovo e pratico. Come la sua lavatrice e la sua asciugatrice che fanno tutto in mezz’ora. Come la sua bicicletta con cui si fa 5 km andata e 5 ritorno per andare a lavorare tutte le mattine o la sua cyclette professionale da spinning che ha in camera davanti alla televisione. Insomma vede il mio Ipod e dice: “ dove lo hai preso? “ e io “ è un regalo”.
“Lo voglio anche io, mi serve per andare al lavoro. Andiamo all’Apple store a comprarlo.”
E siamo andati.
Abbiamo passeggiato da casa fino a Soho. Infule dire che passeggiare per NY è bellssimo. I negozi, i ristoranti!! I deli (delicatessen) gli hod dog per strada, le pizzerie i mcdonald… potrei continuare per ore.
Arrivati all’Apple store, dopo aver fatto un giretto per Bloomingsadale e vaer bevuto un the con Joan e Roxana le mie room mates, siamo arrivati nel tempio newyorkese della Apple e questo è quello che abbiamo visto.

il negozio Posted by Hello


"che bello" ho pensato,poi dopo un attimo,"quanta gente",poi ancora un secondo dopo " quanti soldi" e poi alla fine "a me serve qualcosa?"
non mi sono sentito soffocato però. Tutta quella gente era come dire tranquilla, ordinata e comunque quando stava dove non doveva era pino di gente ce ti diceva dove andare. Parentesi: questa è una cosa che ho notato subito appena arrivato. Qua è pieno di gente che ti dice dove andare come stare in fila dove sederti: “ how many? Come with me please” capita spesso. E non sono camerieri nei ristoranti, né addetti alla sicurezzanegli aeroporti, ne cassierei nei negozi. Sono gli “indicatori”. Ecco vedi, ho pensato, questi hanno soldi da buttar via…. Torneremo sull’argomento.


Posted by Hello


Il negozio è disposto su due piani in basso ci sono i computer machintosh, di sopra tutto quello che riguarda musica video e multimedialità, con tanto di sala con platea maxischermo per una quarantina di persone a meno ma mi no mi stupirei se fossero state di più,sedute ad ascoltare una ragazza che con voce chiara, televisiva direi, spiegava le magnifiche prestazioni del nuovo software per fare montaggi multimediali.
Ho girellato un po' per il negozio mentre Joan , che ne frattempo aveva braccato un commesso e stava mettendo a dura prova tutti i suoi skills professionali con domande di ogni tipo. Quelle domande che nessuno di noi (sotto i 45) farebbe.
Tipo "ma se io questo lo attacco alla stereo poi la musica goes inside just like that!?!" e cose del genere. Io intatno mi ero reso conto che non potevo non comprare quacosa e così mi sono comprato il mio copriIpod e indovinate per cosa? ma è ovvio! "per andare a correre a Central Park con la musica nelle orecchie"

Friday, June 03, 2005

10000 passi. Il "Capiamo-dove-sono" day

Che giornata! Avevo deciso di camminare. 10000 passi al giorno… Manco avessi 60 anni! Ebbene ho camminato. All’inizio ad un ritmo bello sostenuto. Uscito di casa sono andato a fare un po’ di spesa. Qui intorno è pieno di supermercati di ogni tipo. Per fortuna sono entrato in quello che vende un po’ di tutto. Mi è bastato metterci piede per sentirmi di colpo a casa. Brutto segno! Enorme nel suo essere un piccolo supermercato. Di ogni cosa, mille scelte. Fai un metro, due tre e ti orienti verso la più semplice, regular come dicono qua. E ritrovi i tuo vecchi cari cornflakes o la coca cola che hai sempre bevuto non quella senza caffeina, a bassi carboidrati, con aggiunta di vaniglia!
Sistema tutto a casa e parti via per la tua avventura a piedi.
Ho cominciato a camminare verso sud. Verso le Nazioni Unite. Il mio ufficio pare sia da quelle parti. Bello il palazzo di vetro! Tutta l’area e i suoi dintorni mi ricordano parecchio la zona di Ginevra dove si trovano tutti i palazzi delle UN. Gente incravattata che gira con fogli in mano, gruppi di giovani pronti a fare visite guidate. Bello, ma lontano, come dire, staccato dal resto della città, dal resto del mondo…
Ritorno verso la 5th avenue e scendo verso midtown. Continuo a camminare con il mio ipod alle orecchie. Ascolto di tutto, in special modo gli Mp3 della mia amica Anna. Ascoltare la sua musica mi fa sentire a posto, in armonia con me stesso perché è come se un pezzo di lei fosse ancora con me, anche qui. Metto l’esecuzione casuale, lascio che sia il caso a decidere che canzone Anna voglia farmi ascoltare mentre mi avvicino al Chrisler Building con la sua punta di metallo e le aquile che spuntano sui lati, viste in tante foto, in tanti file. “il mare d’inverno”.
I minuti passano veloci tra una canzone e l’altra tra una serie di 100 passi e la fermata obbligata al semaforo. È un ritmo costante. Cammini e ti fermi, cammini e ti fermi. Non ho ancora capito a che velocità ci si deve coordinare per beccare l’ “onda verde”. E così per un bel po’. Fino alla NYU, a Washington Square Park. Entro. Una specie di piazzetta a semicerchio con tavoli da scacchi. Lampioni alti con in cima strani paralumi colorati si accenderanno stasera per dare luce a quei giocatori che già dal primo pomeriggio stanno cercando la mossa giusta da fare. Gente intorno osserva divertita ma in rispettoso silenzio. Procedo un po’ al centro del parco. Gente seduta, un paio di ragazzi mi offrono dell’hashish. “No thanks”, rispondo un po’ impaurito. Poi riflettendo mi chiedo: “perché aver paura? Quanto volte ti è successo a Milano e non ti sei sentito minacciato!?!” Essere fuori, lontano, solo in questo posto ti rende un po’ fragile, timoroso. Semplicemente non sai come si fa. Non sai come vanno le cose, come si chiede un caffè, un giornale. Come si fa capire a un pusher che del fumo non ti interessa. Ecco perché in 6 ore di passeggiata non mi sono mai fermato. Ecco perché non riuscivo a capire dove stavo andando e come avrei fatto a comprare qualcosa per dissetarmi. Ecco perché ho preferito continuare a spingermi a sud cercando prima di tutto di capire dove stavo, dove ero capitato, senza fermarmi, senza parlare con nessuno, con la mia musica nelle orecchie, circondato dal mondo in movimento.

Thursday, June 02, 2005

A casa, le prime sorprese



Quando sono arrivato mi aspettavo di essere accolto da una signora sulla cinquantina, pensionata e anche un po' rompipalle. Invece sono capitato a casa di una donna che ha girato il mondo, che ha quadri di artisti newyorkesi di grido come Christo appoggiati al pavimetno del soggiorno con tanto di dedica.
Una che ha lavorato alle Nazioni Unite prima, poi si è traferita in Francia poi in Afirca ... insomma, che dire,il multicuturalismo di New York fatto persona, e io me lo ritrovo in casa. Ora dovrei uscire e farmi un giro da turista, devo dare ascolto a chi la città la conosce meglio di me. Chissà se avrò tempo di farlo in seguito.
Posted by Hello

In successione: ingresso, soggiorno (quello è il mio pc, che per ora fa anche da telefono) sala da pranzo (qualcuno mi spiega che ci fa un'auto in miniatura appesa al soffitto?) e la mia stanza.

Wednesday, June 01, 2005


Ecco la sal d'attesa dove mi son trascinato per qualche ora cercando di non addormentarmi. Posted by Hello

In pochi si sta sempre meglio

Per forza ragazzi. Sono a Copenhagen, sto aspettando di imbarcarmi sull'aereo che mi porterà in New Jersey, a Newark per l'esattezza. Insomma, che dire, questi nordici mi piacciono proprio. un aeroporto stupendo, opere d'arte appese ovunque, un'atmosfera rilassata, ordinata e asettica, ma al contempo calda e accogliente. bagni pulitissimi... ah dimeticavo, tutto stramaledettamente caro. In pochi si sta bene è vero, meno casino,tutto più spazioso, e acnhe più tasse procapite,mi sembra normale. prossima tappa Newark