Thursday, September 29, 2005

Masturbazione mentale per nostalgici


Ok, che sono un google maniac ormai si è capito, ma aggiungete a questo la lontananza di NY e di tutto quello che c'era dentro, amici feste, apple martini, passeggiate a Battery Park... unite le due cose e avrete la versione aggiornata del talgliaerbe o del William Hurt di Wim Winders. Uno, insomma, che dalla rete prende la sua dose quotidiana, uno che per uscire infila archetto con microfono e cuffie, che attacca la webcam allo schermo del portatile appena aperto, connette il cavo di fibra ottica e inizia a navigare. Mi sto dogitalizzando sempre di più, me ne rendo conto. E quale sia il vantaggio di essere digitali se ci si scorda del mondo vero, ancora non l'ho capito. Credo che non ci sia vantaggio in effetti. Il mio ultimo passatempo preferito è Google Earth. Per chi ancora non lo conoscesse(!!) si tratta di un sistema di mappe satellitari e aeree combinate insieme. Con un software si possono scaricare in continuo immagini molto dettagliate di pressoché ogni lougo della terra e navigare da un luogo all’altro. Dico navigare e non volare, anche se il volo a dire il vero, sarebbe più indicato a descrivere il tipo di movimento che il software simula, perchè quelle di GE non sono delle semplici mappe, ma mappe riempite di oggetti web, mappe appunto navigabili, googleizzabili. Imparando a usare il programma ho iniziato a trovare i vari layers, livelli che si possono sovrapporre a quello base e che forniscono man mano informazioni aggiuntive, ma sempre dislocata su un'are geografica definita dalla mappa che in quel momento si sta visualizzando. E' la nuova frontiera della glocalisation!! Ma cosa mi spinge a scrivere si GE?... Tutto nasce ancora una volta da NY, dalla mia NY,da quello che là ho lasciato e che mi manca tremendamente. In questo momento, mentre scrivo, all'angolo tra la 46esima e Broadway le cose cominciano a prendere vita. Una serranda ancora abbassata, una donna bionda sulla 50ina che scambia due parole con un signore poi se ne va di spalle. Due ragazzi neri seduti sul bordo del marciapiede stanno parlando mentre immobili davanti al negozio ancora chiuso i distributori automatici di giornali cambiano lentamente colore illuminati dal sole che sta sorgendo. Un ragazzo con un tubo in mano sta pulendo la strada con un forte getto d'acqua. Lo fa ora perchè poi sarebbe costretto a fermarsi in ogni istante per far passare i pedoni che presto affollerano questo marciapiede. Poco più a destra dell'immagine si vede passare qualche taxi giallo che con i suoi fanali ancora accessi, illumina per un attimo tutta l'inquadratura... eh si.. avete capito...si tratta di una webcam.


E' appesa lì alla finestra di qualche pazzo che ce l'ha messa e se uno qualunque dei miei amici newyorkesi dovesse passarci davanti ora potrebbe salutarmi, dirmi dove è stato, raccontarmi della bella serata che ha passato in discoteca con gli altri...

in fondo forse è proprio per questo che sto qui a guardare la mia NY attraverso l'occhio passivo di una stupida webcam.

Ma basta con il sentimentalismo ora e veniamo alla informazioni vere. chiunque volesse sbirciare nei cavoli dei poveri newyorkesi ormai in vetrina 24 ore al giorno può farlo scaricandosi Google earth e cercando all'interno dei layers forniti dalla Google Earth Community il layer "NY sidewalk 'live' overlay", oppure cliccare qui.


Buon viaggio.

Monday, September 19, 2005

La tappa intermedia




Eccomi di nuovo. Di nuovo qui sul blog, di nuovo qui in Italia e di nuovo qui a Milano...e presto di nuovo a Urbino. Dovrei spiegare perché non ho scritto, perché sono rimasto tutto questo tempo in silenzio.. Potrei dire che scrivere è difficile e che volevo dare il meglio di me. Potrei scusarmi dicendo che in fondo pur di non scrivere tutti i gioni luoghi comuni meglio aspettare e creare qualcsa di originlae. Potrei anche dire che a New York mi sono così divertito che non nho avuto tempo da dedicare ai miei (pochi) lettori. Ma la vera ragione per cui non ho scritto èche sono stato pigro e che ho preferito rilassarmi dopo lunghe seratea zonzo per New york a ridere e scherzare sulla terrazzza del mio amico Franky o sul tetto dell'appartamento di Mathieu. Ho preferito vivere a fondo tutto: gli amici, le cose, le parole e i momenti migliori. Li ho lasciti li per un po'a maturare. Ora piano piano li tirerò fuori dalla memoria e chi vorrà potrà condividerli con me. per il momento lasciatemi dire che sono contentissimo di essere a Milano. DI avere incontrato i miei amici che, seppur lontani a volte, sono i più vicini davvero al mio cuore.